Le origini della terapia vegetale, entra nella vita dell’uomo, già un milione di anni fa con gli ominidi che popolavano l’Asia, l’Africa e l’Europa. Potremmo ancora risalire indietro, non solo ai primordi dell’umanità, ma alla stessa apparizione degli animali sul globo terraqueo. Gli animali, infatti, si possono ritenere i primi scopritori delle piante medicinali, per quel meraviglioso istinto che li guida nella scelta dei cibi e dei medicamenti naturali.

osservazione e Lenta esperienza

I primi abitatori della terra supplirono alla debolezza costituzionale, alla facilità di ammalarsi con le radici, le foglie, i fiori e talora anche i frutti delle piante medicinali: piante, scoperte spiando gli animali che sanno quali erbe divorare per liberarsi da un imbarazzo gastrico e facilitare il vomito, o contro quali erbe strofinare le carni ferite per farle nuovamente rinsaldare.

Dalla lenta esperienza, vissuta a proprie spese, nacque la terapia vegetale, consistente nella somministrazione dei decotti, infusi, impiastri e polveri di piante triturate, sia isolate che associate, per ottenere degli effetti curativi più efficaci e stabili.

A proposito narra Aristotele, che l’uso del Dittamo (Origanum dictamus) per disinfettare e saldare le ferite venne indicato dalle capre.  Plutarco sostiene che l’orso libera l’intestino dopo il letargo invernale, mangiando l’Arum Maculatum, conosciuto dai contadini come “cavolaccio di macchia”.

Ad esempio alla cicogna si attribuisce la scoperta dell’Origano comune, e forse per questa scoperta è stata immortalata dagli antichi fondatori della facoltà di medicina di Parigi. L’emblema parigino di detta facoltà raffigura una cicogna che serra nel becco un ramoscello di origano.

Dalle osservazioni sulle bestie, lo studio dei semplici, cioè delle piante, fu poi sviluppato dagli Ebrei, Egiziani, Greci, Etruschi, Cinesi e Romani per culminare nel Medio Evo, attraverso l’opera abilissima e paziente degli eremiti, dei monaci, medici e alchimisti che cercavano delle sostanze, vegetali, minerali e animali, per prolungare la vita umana, guarire tutte le malattie e potenziare lo spirito.

l’influsso degli astri e le malattie

La comunità degli Esseni nel Mar Morto in Egitto, nel cercare le cause ed i fattori che facilitano le malattie, le sofferenze e la morte, scoprirono negli influssi degli astri e dello Zodiaco, una delle cause più potenti per predisporre ai malesseri. Fu per essi l’inizio di molte osservazioni e comparazioni, prima empiriche, poi sistematiche, delle posizioni degli astri nel cielo di nascita comparate a quelle del giorno in cui i sintomi dei loro malati si accentuavano. Vennero gettate le basi dell’astrologia medica (chiamata oggi Cosmopatologia), la scienza che studia le vibrazioni siderali degli astri sul carattere, la costituzione, il temperamento, la salute. Non tardarono a scoprire i rapporti e le affinità tra gli effetti di una posizione planetare e quelli di un dato farmaco vegetale, essendo gli influssi delle stelle energia chimica radiante, mentre il vegetale è costituito di energia chimica corporificata. Col tempo l’attenzione si rivolse anche alle proprietà dei metalli e delle ghiandole animali, e perciò nacquero in India, come già era accaduto nell’Atlantide, in Caldea, in Grecia, i sodalizi sacerdotali ove la terapia astrologica a base vegetale e minerale fu ritenuta un’Arte sacra, trasmissibile ai soli Adepti quale branca dell’Alchimia. In questo breve viaggio abbiamo cercato di sintetizzare, per quanto possibile, la storia della medicina e dei suoi utilizzi. Per capire insieme i personaggi che l’hanno costruita e sapientemente tramandata e sviluppata nel corso dei secoli. Abbiamo visto che principalmente erano sacerdoti e scienziati del tempo che univano alla intelligenza scientifica un altro sapere legato anche all’origine dell’uomo inteso nel suo senso fisico e metafisico.

La ricerca dell’immortalità

L’assillo che accumunava questi grandi personaggi è sempre stato la ricerca dell’immortalità. Capiamo bene che non poteva essere ricercata in una visione dell’uomo terrena, ma in quella parte dell’uomo immortale tradizionalmente chiamata Ego e che noi conosciamo con il nome di “anima“. Lo stato di salute non era inteso come l’assenza della malattia, ma con un equilibrio psico-biofisico, cioè l’equilibrio delle forze emotive e energetiche che costituiscono l’uomo.

Dunque, non morire mai, resistere alla disgregrazione dal tempo, continuare la propria vita organica, morale e intellettuale, è stato sempre il sogno dei grandi uomini di un tempo. Infatti, alla cura delle malattie si associavano anche moltissime tecniche conosciute con il nome di tecniche ascetiche.

L’uomo si affidava ai medici sacerdoti ma doveva anche apprendere le conoscenze per essere medico di se stesso. Nelle scuole terapeutiche dell’antico Egitto, in particolare quella di Ermete Trismegisto, detto anche Gran sacerdote di Osiride, il dio della medicina. I medici subivano una lunga preparazione teorica e pratica che prevedeva la conoscenza dell’astrologia, botanica, chimica, musica, matematica, geometria. Si esercitavano nel modo di respirare e nelle posture che applicate contemporaneamente alla concentrazione, visualizzazione e alla meditazione, consentivano il dominio di tutti i muscoli, dei centri nervosi, delle ghiandole a secrezione interna, il cui fine era il risveglio psichico.

L’approccio scientifico

Oggi questa cultura è in parte andata persa, perché si sono perse in parte le conoscenze delle “chiavi della salute integrale”, rilegandole ad un aspetto secondario. La scienza oggi è progredita stupendamente, l’unione delle conoscenze moderne a quelle antiche potrebbe aprire le porte a nuovi orizzonti. Non sono mancati i medici moderni che hanno cercato di unire questi due mondi, ne cito alcuni: Nicola Pende che ha dato il suo contributo nello studio della Biotipologia dell’uomo mettendo in relazione l’importanza del sistema endocrino nel miglioramento fisico, morale ed intellettuale dell’individuo e individuando le cure nell’omeopatia. Il Dott. Calligaris che ha studiato e documentato come sulla pelle dell’individuo vi siano una serie di punti in correlazione con gli organi, che possono opportunamente attivate possono suscitare in noi emozioni o facoltà psichiche come la visione a distanza, telepatia etc.

Oggi abbiamo un altro contributo importante, nel panorama della terapia vegetale, lasciato da un altro studioso, forse non conosciuto da tutti che è Tommaso Palamidessi.

Tommaso Palamidessi si interessa alla Fitoterapia a soli 9 anni (1924) sfogliando i libri di botanica del padre. In particolare, fu incuriosito da un trattato di divulgazione scientifica che narrava le esperienze degli antichi Alchimisti, i quali utilizzavano, in taluni esperimenti per la preparazione delle “Pietra Filosofale” anche le piante medicinali, e fra queste la Celidonia, la Portulaca e la Mercuriale.

Tanto fu incuriosito che cominciò, a soli 9 anni, la ricerca di queste piante e proseguì, con il passare degli anni, il suo interessamento alla Fitoterapia. Si spinse sempre più in profondità consultando vecchi erbari, leggendo numerosi trattati antichi e moderni e raccogliendo pianti nei suoi numero si viaggi (Francia, Islanda, Ethiopia, Egitto, Russia, U.S.A., isole Hawai, Sud America, India , Cina, Giappone). Tommaso Palamidessi ha praticato lo stesso metodo di indagine di Paracelso, Cardano, il Durante, Hahnemann, cioè ha provato gli effetti delle piante medicinali sul suo stesso organismo.

Le sue ricerche si spinsero ad indagare la costituzione occulta dei vegetali, cioè sulle correnti eteriche ed elettroniche delle piante vive,  capaci di influenzare le funzioni dell’organismo umano ed animale.

Inoltre, studiò gli influssi astrologici dei pianeti sulle piante, stabilendo i tempi astronomici ottimi per le preparazioni e somministrazioni farmaceutiche, quali le tinture, le infusioni o i decotti, gli estratti fluidi e i distillati. In materia di astrologia medica ha lasciato diverse pubblicazioni quali:

  • Il corso degli astri e le malattie nell’uomo – Fratelli Bocca Editori, Milano 1940
  • La Medicina degli influssi siderali – Fratelli Bocca, Milano 1940
  • La diagnosi precoce del cancro e gli influssi astrali – Torino 1943
  • Gli astri nella diagnosi e cura del cancro – EGO, Torino 1949

Nel 1968, dopo aver accumulato un enorme quantità di materiale di studio, lo raccolse in un grande trattato, “Grande Erbario Medicinale“, comprensivo di ben mille piante medicinali, dal quale sono state tratte molte delle informazioni di questo articolo.

IMMAGINE DI COPERINA:

Foto di Angelo Rosa da Pixabay